mercoledì 8 febbraio 2012

Santa Maria Maddalena




Via Corrado Ricci, 10. Tel: +390544.38569. Ingresso libero. Preceduta da un cancello e un poco rialzata rispetto al manto stradale troviamo la chiesetta di Santa Maria Maddalena  eretta intorno al 1748-50 su disegno del padre camaldolese architetto Fausto Pelliciotti. Anticamente in questo luogo o nei pressi, vi era la Chiesa di Santa Maria in Luminibus o in Luminaria, che troviamo nei documenti (fonti) sin dal 1076. Santa Maria Maddalenaè di stile barocco, ad una sola navata, ornata da diversi quadri e con l'apside dipinta. L’altare maggiore è ornato di marmi orientali (bianco, nero e verde antico) e a tratti di  alabastro fiorito. Questo ultimo, secondo C. Ricci, può essere appartenuto alla loggia che girava intorno al piano superiore del mausoleo di Teodorico. 





Approfondimenti

Il ciborio che poggia sull'altare è di Giulio Costa (artista ravennate).  Domenico Corvi (1721 -1803) ha dipinto i primi due quadri, a destra (La Maddalena al sepolcro) e a sinistra ( La Maddalena e Gesù in casa di Marta) a partire dall'ingresso.  Di Andrea Barbiani (1708 - 1779) sono i dipinti presenti nelle due cappelle. A destra troviamo "Sant'Apollinare e San Romualdo"   a sinistra  "La Vergine, Antonio da Padova e Francesco di Paola". Oltre le cappelle sulla destra  troviamo il dipinto " La Maddalena confortata  dagli Angeli"  di Marcello Leopardi (1750 -1796) a sinistra di Tommaso Sciacca (1723 - 1795) il dipinto "La Maddalena in casa del Fariseo". Il quadro di fondo è di Filippo Pasquali (1651 - 1697) e raffigura "Il Salvatore che appare alla Maddalena in aspetto di ortolano".


Approfondimenti del Prof. Gianni Morelli e Anna Missiroli: Graziosa e raccolta, da sempre cara alle donne di Ravenna, la chiesa fu costruita negli anni 1748-50 su progetto del monaco camaldolese Fausto Pellicciotti. Le morbide volute della facciata, tutta in laterizio, riflettono l' abilità del loro disegnatore, che fu anche valente intagliatore, avendo già realizzato l' arredo ligneo della "libreria" classense (oggi aula magna della biblioteca). L' interno a navata unica, pur nello spazio angusto, contiene una cantoria sopra l' ingresso e numerosi dipinti del secondo Settecento, tutti ispirati alla figura della Maddalena, tranne le due pale agli altari laterali, di Andrea Barbiani. Questi fu il più operoso pittore di quel tempo a Ravenna, ultimo esponente di una famiglia di artisti attiva sin dal secolo precedente. Suo fratello Domenico, decoratore d' interni e architetto, collaborò al disegno della facciata e dell' abside barocca, ricca di marmi pregiati e alabastri. A Santa Maria Maddalena era intitolato anche il Conservatorio delle Convertite, una delle sei istituzioni che si dedicavano all'assistenza femminile nella Ravenna d' età pontificia. Le altre erano il Conservatorio delle Tavelle, che dal 1582 educava fanciulle a diventare infermiere per l' assistenza domiciliare gratuita; quello delle Celibate, istituito dal Comune nel 1661, per zitelle, vedove o donne che ripudiavano la vita coniugale per dedicarsi all' assistenza ai malati o a lavori socialmente utili; le Figlie della Provvidenza o Pericolanti, che raccoglievano orfane mendicanti, cosi' come il Conservatorio delle Mendicanti, fondato dall' arcivescovo nel 1701; infine il Conservatorio delle Orfanelle, di istituzione vescovile, che dal 1593 ospitava orfane, purché di "sana e limpida condotta". Le Convertite dall'inizio del Cinquecento ospitavano donne di malavita e più tardi anche giovani orfane, che venivano educate alla tessitura e ai lavori femminili. Il 22 luglio 1772 la chiesetta servì a radunare venti orfani raccolti a forza tra i numerosi che mendicavano per le strade della città. Dopo una breve cerimonia alla presenza dell' arcivescovo, i fanciulli vennero sistemati in una casa presa in affitto dal conte Ippolito Lovatelli e vestiti con abitino grigio e cappello bianco. L' intenzione era quella di avviarli al lavoro, ma un po' per la scarsità delle beneficenze, un po' per la difficoltà a reperire un impiego, fu lo stesso arcivescovo a decidere di rimandarli per le strade a cercare pane ed elemosine: questa volta con la sua benedizione. Dieci anni più tardi sarebbe stata istituita la Casa della Misericordia, il nuovo orfanotrofio, per cercare una più efficace soluzione alla piaga sociale della mendicità e dell' abbandono dei minori. 

Nessun commento:

Posta un commento